
L’AGENZIA MONDIALE ANTIDOPING CONSENTE AGLI ATLETI DI UTILIZZARE IL CBD.
I Giochi Olimpici di Tokyo 2020 saranno i primi nei quali agli atleti partecipanti sarà permesso il consumo di CBD.
Il cannabidiolo è stato rimosso dalla lista delle sostanze proibite dall’Agenzia mondiale antidoping nel 2018.
I cannabinoidi hanno una categoria specifica all’interno della lista, che divide le sostanze proibite in quattro gruppi, di cui uno interamente dedicato ai principi attivi della cannabis. Tali categorie sono: stimolanti, narcotici, cannabinoidi e glucocorticoidi.
Con sorpresa, la World Anti-Doping Agency ha ribaltato il suo divieto sul CBD. A partire da gennaio 2018, gli atleti olimpici non saranno squalificati per l’uso di CBD.
L’Agenzia Mondiale Antidoping – WADA – è una fondazione creata nel 1999 da un’iniziativa del Comitato Olimpico Internazionale.
La sua missione è di ostacolare e monitorare l’uso di sostanze non consentite che migliorano le prestazioni sportive. La cannabis è stata a lungo inclusa nella lista delle sostanze proibite, principalmente a causa del suo divieto nella maggior parte delle nazioni. Questo avviene nonostante i noti benefici terapeutici di questa pianta per il recupero muscolare, l’infiammazione e la gestione del dolore cronico.
Questo scenario cambierà a partire da gennaio 2018. Il cannabidiolo (CBD) è stato ufficialmente eliminato dall’elenco delle sostanze controllate. Ora i migliori atleti di tutto il mondo non devono temere di sperimentare estrazioni, oli, infusi ed edibili ricchi di CBD.
L’Agenzia mondiale antidoping (WADA) è l’organizzazione internazionale che coordina la lotta al doping nelle competizioni sportive. Fino al 2018, i cannabinoidi in generale rientravano tra le sostanze
proibite dall’organismo, in modo che, fino agli ultimi Giochi Olimpici, quelli di Rio 2016, il consumo di qualsiasi principio attivo della cannabis era considerato motivo di squalifica. La situazione ha però subito una svolta nel 2017, quando il direttore generale della WADA, Olivier Niggli, ha annunciato che il cannabidiolo sarebbe stato rimosso dalla lista delle sostanze proibite del 2018.
Da allora, la categoria dedicata ai cannabinoidi, non è più stata modificata, e verrà applicata così com’è durante i prossimi Giochi Olimpici, che si terranno a Tokyo, nell’estate del 2020. Ne consegue così che gli atleti partecipanti all’appuntamento più importante dello sport professionistico mondiale potranno consumare CBD, cannabinoide a cui sono attribuite proprietà antinfiammatorie e anticonvulsivanti, tra gli altri effetti, senza essere sanzionati.
I TEMPI STANNO CAMBIANDO
Quando un’organizzazione come la WADA dichiara apertamente che il CBD è utilizzabile dai migliori atleti del mondo per i prestigiosi giochi olimpici, capisci che siamo davanti ad un cambiamento significativo nel tessuto sociale.
I governi di tutto il mondo dovranno sedersi e digerire queste informazioni. Come si può legittimamente negare a un atleta olimpico, o a un normale cittadino, un estratto di CBD per curare i propri dolori muscolari quando la principale agenzia anti-doping del mondo afferma che non è una droga?
Gli atleti provenienti da Cina, Sudafrica e Mongolia, tra i molti altri, sono ora in svantaggio, poiché il CBD per loro è ancora proibito. Questa è un’ingiustizia perché in molti casi il CBD può essere più efficace, e con un minor numero di effetti collaterali, rispetto ai farmaci tradizionali.