
Potrebbe cambiare a breve lo scenario riguardante la produzione italiana di cannabis terapeutica.
È quanto si evince dalle dichiarazioni rilasciate dal sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, nel corso di un intervento nella trasmissione televisiva “Mi manda Rai 3”.
In arrivo i nuovi bandi – “Nelle prossime settimane” – ha dichiarato Costa – “saranno messi a punto i bandi per la coltivazione della cannabis terapeutica ad uso medico, destinata alle aziende pubbliche e private”.
Lo scopo è quello di individuare uno o più siti di produzione che, attualmente, è interamente appannaggio dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, dove vengono coltivate le infiorescenze di cannabis necessarie ad ottenere le preparazioni galeniche.
“L’obiettivo è quello di raggiungere l’autosufficienza produttiva”, ha spiegato il sottosegretario, aggiungendo che l’argomento è stato già sottoposto all’attenzione del Ministero dell’Agricoltura e del Ministero dell’Interno, mediante un tavolo di lavoro.
L’iter per la definizione dei bandi, sottolinea ancora Costa, sarebbe “a buon punto”. Nonostante abbia un proprio sito di produzione, l’Italia dipende ancora in buona parte dalle importazioni dall’estero (principalmente Paesi Bassi e Canada); a ciò va aggiunto come la domanda superi di gran lunga l’offerta. Di conseguenza, è facile intuire come vi sia una certa necessità di ampliare la produzione interna, individuando (anche) nuovi siti di coltivazione e trasformazione.
Valcanover (Radicali): “Opportunità per il Trentino” – L’esponente dei Radicali Fabio Valcanover, (foto) raggiunto dai microfoni del sito ildolomiti.it, si è espresso a favore della possibilità di coltivare cannabis farmaceutica in Trentino. “Il problema è che la domanda è superiore all’offerta”, sottolinea l’avvocato, “e anche sul mercato internazionale c’è carenza di prodotto, che di solito viene distribuito da Canada e Olanda. Spesso sono gli altri paesi ad aggiudicarsi le partite all’asta”.
In un contesto di questo tipo, Valcanover ritiene che la prossima pubblicazione dei bandi per la coltivazione della cannabis farmaceutica possa rappresentare una notevole opportunità anche per il Trentino Alto Adige: “La Fondazione Edmund Mach e il Centro di Sperimentazione Laimburg avrebbero entrambi il necessario ‘know how’ per realizzare un progetto del genere. In aggiunta, si abbatterebbero i costi della materia prima. Il problema è che serve la volontà politica”.
La questione dei siti di produzione della cannabis terapeutica si inserisce in un più ampio contesto in cui, da una parte, c’è il referendum per la depenalizzazione della detenzione della cannabis e, dall’altra, una proposta di legge che punta nella stessa direzione. La carenza di cannabis terapeutica, però, si abbatte principalmente sui pazienti, come sottolinea Luca Coscioni, uno dei promotori del referendum: “Molti pazienti sono abbandonati dallo Stato e non hanno la possibilità di accedere alle terapie malgrado una regolare prescrizione medica. Ad oggi, costoro hanno solo due scelte: coltivare la cannabis in proprio, rischiando anni di carcere, o affidarsi al mercato illegale”.
Il mercato della cannabis legale in Italia – La cannabis terapeutica, in Italia, viene prescritta fin dal 2006, benché lo Stabilimento di Firenze abbia avviato la produzione solo nel 2014. Con l’entrata in vigore della Legge n. 242 del 2016, però, si è aperto un altro segmento di mercato, quello dei prodotti ‘light’, derivati dalla canapa sativa L.
Questi possono essere acquistati liberamente nei negozi al dettaglio, oppure tramite e-commerce specializzati, come quello de La Canapa Italiana.
Il consiglio è quello di scegliere sempre canali di distribuzione trasparenti, affidabili e certificati, così da evitare ripercussioni legali e ricevere tutte le garanzie del caso circa la qualità del prodotto.
La caratteristica principale della cannabis ‘light’ è la irrisoria quantità di THC (il principio attivo responsabile degli effetti psicoattivi di marijuana e hashish), che deve rientrare nei limiti fissati per decreto dal Ministero della Salute. Rispettando tali prerogative, queste sostanze non hanno ripercussioni sulle capacità percettive e sensoriali; in altre parole, non sortiscono effetti psicotropi, risultando praticamente innocue.
FONTE: LA VOCE DEL TRENTINO