In pochi mesi ne sono state raccolte più di un milione e mezzo. E ora sono state giudicate valide. Le firme digitali per il referendum sulla Cannabis sono state considerate ammissibili dalla Corte costituzionale e il 15 febbraio sarà sempre la Consulta a decidere la data della consultazione popolare. “È una grande notizia anche perché si tratta per la prima volta di firme esclusivamente digitali grazie alla riforma che abbiamo conquistato con l’emendamento a mia prima firma” esulta Riccardo Magi, presidente di +Europa e tra i promotori del referendum. “Ora siamo al lavoro per difendere il referendum e sostenere le ragioni della sua ammissibilità – prosegue – continuando a informare e mobilitare i cittadini sul tema”.
È di oggi però anche un’altra notizia relativa alle droghe leggere. Nel corso della conferenza Stato-Regioni sul decreto interministeriale sulle piante officinali sono state chiarite tutte le fasi per lo sviluppo del settore. Il testo definisce l’elenco delle specie, la disciplina per la coltivazione e la gestione agronomica compresa la formazione necessaria degli operatori, ma anche l’impiego come farmaco o come integratore. “Ma il decreto – denuncia Magi – sta definitivamente condannando alla chiusura tutta la filiera della cannabis light”. Questo perchè, sostiene, “anziché chiarire per via normativa la possibilità di produrre cannabis a basso contenuto di THC dando certezza a un intero settore – osserva – si giunge al risultato opposto mettendo di fatto fuori legge tremila imprese e a rischio oltre diecimila posti di lavoro”.
Fonte: La Repubblica