I tricomi della cannabis

I tricomi nella pianta di cannabis

tricomi sono dei piccoli filamenti presenti su parte della superficie della pianta di cannabis. Osservati con attenzione, sembrano essere dei capelli, piuttosto sottili, che hanno una incredibile gamma di utilità per la pianta di cannabis, tanto che non è affatto errato affermare che da essi dipenda la sostenibilità della vita della stessa pianta!

A cosa servono i tricomi

I tricomi servono innanzitutto a difendere la pianta contro l’attacco di agenti esterni come gli insetti e gli acari. Si tratta, insomma, di una vera e propria barriera che si pone tra la pianta e l’agente esterno, impedendo che costui possa penetrare con facilità all’interno dell’organismo vegetale.

In aggiunta a ciò, dai tricomi viene espulsa una particolare resina che protegge la pianta non solamente dai parassiti, quanto anche dall’eccessivo calore e dalla luce del sole, impedendo così di seccarsi.

Ai fini dei risultati della coltivazione, i tricomi assumono molta importanza a causa della produzione dei terpeni e dei cannabinoidi, finendo così con l’essere tra i principali responsabili delle proprietà psicoattive della cannabis, che possono offrire un supporto al coltivatore, che potrà – attraverso essi – comprendere quale sia il migliore momento per raccogliere le infiorescenze. Ma in che modo?

Come i tricomi possono segnalare il momento giusto per la raccolta

Un esperto coltivatore potrà ottenere dai tricomi alcune interessanti valutazioni per poter comprendere quale sia il momento giusto per la raccolta delle infiorescenze. Analizzando i tricomi attraverso l’uso di una lente, infatti, potrà monitorare lo stato di evoluzione della maturazione della cannabis in maniera più precisa, e rendersi così conto di quale sia l’istante più opportuno per poter procedere alla raccolta.

Dall’inizio del periodo di fioritura delle piante di canabis fino a metà ciclo, infatti, i tricomi hanno un colore tendenzialmente trasparente. Solamente nella seconda metà del ciclo di fioritura, e in particolar modo verso la sua fine, i tricomi assumeranno invece una caratteristica colorazione color crema e, quindi, ambra. È evidente che i coltivatori preferiranno effettuare la raccolta solo una volta che il colore dei tricomi raggiunge questo stadio. E, anche se non è l’unico metodo per poter comprendere quando le infiorescenze sono giunte a maturazione, non sfugge il fatto che le variazioni cromatiche dei tricomi sono sicuramente tra le “spie” più affidabili a cui possa affidarsi un attento coltivatore.

I tricomi e l’impollinazione

Abbiamo capito, nelle scorse righe, come i tricomi siano delle piccolissime appendici, simili a “mini-capelli” che rivestono la superficie delle infiorescenze della cannabis giunte a maturazione, ed entro cui viene immagazzinata la resina, che verrà prodotta in misura maggiore nel caso in cui la pianta femmina della cannabis non venga impollinata.

Sono infatti i pistilli della cannabis, e i calici dell’infiorescenza di cannabis che non è stata impollinata, a ricoprirsi con maggiore incisività di tricomi, e ad avere una maggiore attività degli stessi. I tricomi della pianta di cannabis non impollinata, infatti, secerneranno più metaboliti, preocursori fitochimici che nel caso della marijuana includono anche i cannabinoidi. Sempre all’interno dei tricomi vengono prodotti anche i terpeni, a cui si deve – peraltro – il tradizionale aroma della cannabis.

Tornando a noi, una volta che le infiorescenze con tali caratteristiche vengono raccolte e portate ad essicazione, sono proprio i tricomi e la resina che in essi è contenuta a determinare gli effetti psicoattivi ricercati da parte dei consumatori di cannabis, e che possono altresì avere conseguenze terapeutiche, a seconda delle finalità a cui vengono sottoposte.

Il colore dei tricomi

Prima di lasciarci con qualche conclusione su questo tema, è sicuramente utile condividere qualche informazione ulteriore sui colori dei tricomi che, come abbiamo già avuto modo di introdurre qualche riga fa, rappresentano sicuramente uno dei sintomi più utili e più affidabili per poter comprendere la maturazione delle infiorescenze.

All’inizio della fase di fioritura, infatti, i tricomi sono essenzialmente trasparenti. Una consultazione attenta di essi tramite microscopio confermerà inoltre che i calici non sono ancora ingrossati e che i pistilli sono di colore bianco, o eventualmente giallognolo.

Man mano che passa il tempo, però, i calici iniziano a gonfiarsi e i tricomi perdono parte della loro tonalità trasparente. Il colore dei tricomi, man mano che ci si avvicina a metà del ciclo di fioritura, diventa dapprima bianco opaco, e poi lattiginoso. Le escrescenze di cui sono fatti i tricomi cambiano forma, e iniziano a curvarsi verso l’esterno sotto il peso della ghiandola che si sta riempendo di resina.

È solo una volta superata questa particolare fase che i pistilli appassiscono, iniziando a colorarsi con tonalità più scure e più intense, che possono arrivare anche al marrone, ma che più probabilmente rimarranno tra il giallo e l’arancio.

Infine, arriviamo alle ultime settimane della fase di fioritura e, dunque, all’avvicinarsi della maturazione delle infiorescenze. In questo stadio i tricomi inizieranno ad assumere il loro colore “finale”, che dipenderà dalla varietà di cannabis a cui fanno riferimento. Di norma, il ventaglio cromatico che possono assumere oscillerà tra il bianco lattiginoso al rosa scuro, a volte tendente al viola.

In tale scenario, si noti infine come le maggiori concentrazioni di THC si ottengano in corrispondenza della fase coincidente con l’appassimento dei pistilli. È in questo momento che le  ghiandole saranno infatti cariche di resina, anche se ancora ben ancorate agli steli che ne rappresentano il principale sostegno.

Superato questo step, però, il TCH tende gradualmente a deteriorarsi quantitativamente, lasciando invece spazio al CBD e ad altri cannabinoidi, come quelli che sono generalmente ambiti per le loro proprietà terapeutiche, e che si trovano quando i tricomi hanno raggiunto una tonalità più scura.

Si possono fumare le foglie piene di tricomi alla fine della fioritura?

Gli amanti della cannabis apprezzano il fumo dei fiori dal sapore dolce che crescono sulle loro piante di cannabis. I migliori semi di cannabis producono un generoso rivestimento di tricomi anche sulle foglie. Ci sono alcuni coltivatori che fumano le foglie più resinose, ma non tutti le amano, infatti alcuni ritengono che le foglie abbiano un sapore leggermente amarognolo. Ecco perché molti coltivatori preferiscono essiccare le foglie e usarle per farne concentrati o estratti di cannabis.

Conclusioni

Nel nostro approfondimento odierno abbiamo cercato di capire che cosa sono i tricomi e quali siano le loro utilità per la pianta di cannabis e per il coltivatore. Abbiamo anche cercato di capire in che modo sia possibile ottenere da essi tutte le informazioni più utili per poter comprendere quando le infiorescenze sono giunte a maturazione, e necessitano dunque di una raccolta.

Attenzione, però. Solamente un coltivatore che abbia sviluppato una notevole esperienza in questo campo può effettivamente comprendere dalla fase di osservazione di cui sopra quando sia effettivamente giunto il giorno della raccolta, ponderando queste analisi con gli effetti che desidera ottenere.

Detto ciò, ci permettiamo di salutarti dandoti appuntamento al nostro prossimo focus sul Blog de La Canapa Italiana

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *