Dal miele alla canapa: ecco i prodotti che la Russia esportava prima del gas e del petrolio

Per secoli, potenze navali come Gran Bretagna e Paesi Bassi alimentarono la propria forza grazie alla canapa importata dalla Russia, un materiale particolarmente resistente per la costruzione delle imbarcazioni.

La canapa (cannabis industriale, usata per la produzione di vele e sartiame) è stata una delle principali merci d’esportazione durante il XVIII e XIX secolo. La sua produzione ebbe un boom in Russia all’inizio del XVIII secolo, quando Pietro il Grande incentivò lo sviluppo della flotta. La flotta, infatti, aveva bisogno di vele e sartiame, e così il 13 dicembre 1715 Pietro emise un ordine “sull’espansione delle coltivazioni di lino e canapa” che richiedeva che le coltivazioni di lino e canapa fossero coltivate “in tutti i governatorati” e che ai contadini venissero insegnate le tecniche di coltivazione e raccolta.

Nel 1715, grazie all’intelligente politica dei prezzi di Pietro, la Gran Bretagna iniziò a importare canapa dalla Russia. Fino alla fine del XVIII secolo, la Russia fu l’unico esportatore di canapa in Gran Bretagna (il 96% del sartiame britannico era fatto di canapa russa). Alla fine del XVIII secolo, la canapa rappresentava il 40% di tutte le esportazioni russe. All’inizio del XIX secolo, la iuta iniziò a essere utilizzata in Europa per la produzione di sartiame navale. La Russia continuò la produzione di canapa e alla fine del XIX secolo il paese produceva 140.000 tonnellate di canapa (il 40% di tutta la canapa prodotta in Europa). Ma l’introduzione dei battelli a vapore e l’uso di corde metalliche per i velieri ridusse la domanda di canapa, e così all’inizio del XX secolo le esportazioni iniziarono fortemente a diminuire.

Prima del XX secolo la Russia era perlopiù un paese agricolo, e la maggior parte delle sue esportazioni era costituita da materie prime. Tra i prodotti più commercializzati all’estero c’era la canapa, una pianta del genere cannabis sativa. I ceppi che venivano coltivati nella Russia centrale erano a basso contenuto di tetraidrocannabinolo, il principale componente psicoattivo della pianta, motivo per cui i russi non si “sballavano”; non ci sono, infatti, documenti che attestino un massiccio utilizzo ricreativo di questa pianta. Lo Stato riuscì comunque ad arricchirsi: Mosca riforniva di canapa il suo più acerrimo nemico navale, la Gran Bretagna, che la utilizzava per il sartiame, l’insieme dei cavi che sostengono l’alberatura dei velieri.

Alla fine, come sappiamo, la Svezia fu sconfitta nel 1721 e la Russia divenne un impero. Fino all’inizio del XIX secolo, la Russia deteneva il monopolio dell’export in Gran Bretagna (il 96% del cordame britannico era fatto di canapa russa), anche se, politicamente, le due superpotenze erano l’una contro l’altra in molte guerre scoppiate nel XVIII secolo.

Nel XVIII secolo, più di 32.000 tonnellate di canapa venivano esportate ogni anno dalla Russia. I contadini di Oryol, Kaluga, Kursk, Chernigov e di altre regioni ricavavano profitti dalla coltivazione della pianta e dalla sua produzione.

Ma all’inizio del XIX secolo la Gran Bretagna iniziò a importare cotone dall’America, e nel settore navale si impose la fibra di iuta, la cui produzione era più economica; così le esportazioni di canapa russa in Gran Bretagna diminuirono.

La Russia tuttavia continuò a esportare canapa in più di 10 paesi europei. Nella seconda metà del XIX secolo, la canapa rappresentava tra il 50 e il 74% delle esportazioni russe, e alla fine del secolo, la Russia produceva 140.000 tonnellate di canapa, il 40% di tutta la canapa prodotta in Europa. Ma all’inizio del XX secolo, il sartiame di iuta sostituì quasi ovunque quello di canapa, e le navi a vapore, utilizzate dalla metà del XIX secolo, presero il posto dei velieri. Così la potenza della canapa dell’Impero russo giunse al tramonto. Ad oggi, la città di Dmitrovsk, nella regione di Oryol, porta sul suo stemma l’immagine di una pianta di cannabis, ricordandoci che in passato questa era la regione più importante nella produzione di canapa.

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